Il manifesto

Quando è nata la Rete

La Rete RiVolti ai Balcani si incontra per la prima volta il 19 ottobre del 2019 a Brescia e si costituisce come tale in un’assemblea nazionale a Milano ad inizio di dicembre dello stesso anno.

Perché

La Rete nasce dall’esigenza di un confronto e di una condivisione di valori ed obiettivi, nonché dalla consapevolezza dell’importanza di realizzare un impegno comune nella diversità. Si propone di facilitare le interazioni e le iniziative promosse singolarmente o in collaborazione tra varie realtà che la compongono e che operano all’interno della cornice della cosiddetta “rotta balcanica”, diventando volano strategico al fine di ottimizzare le risorse e raggiungere più incisivi e profondi cambiamenti delle gravissime situazioni nelle quali si trovano i migranti nei diversi paesi dell’area balcanica.

Forma e percorsi

La Rete non è strutturata in modo formale, sotto forma di associazione, ma è una realtà a libera adesione aperta a chiunque ne condivida gli scopi e i principi guida qui illustrati. (Ad ogni nuovo membro verrà chiesto di aderire a questo manifesto che indica i principi guida della Rete stessa).

Attualmente la Rete è un sodalizio multidisciplinare composto da più di trenta realtà italiane dell’associazionismo e dell’accoglienza, del giornalismo, dell’arte, dell’attivismo e del mondo accademico, coinvolge cittadine e cittadini che, a vario titolo, hanno scelto di farne parte.

Chi partecipa alla Rete crede nel valore della solidarietà come forma concreta di una visione del mondo che si basa sull’affermazione dei principi democratici, sul rispetto dei diritti umani, sul rifiuto della guerra, sul contrasto alle disuguaglianze economiche e sociali e sul rispetto dell’ambiente. Chi fa parte della Rete si impegna a realizzare un’azione di responsabilità civica verso coloro che sono le vittime di un mondo ingiusto, perché non hanno voce, e dare voce alle loro istanze.

Obiettivi

La Rete si pone gli obiettivi primari di:

difendere il diritto a migrare/non migrare quale espressione della libertà di ogni persona e tutelare i diritti umani fondamentali riconosciuti ad ogni persona indipendentemente dalla sua condizione giuridica agendo a livello italiano ed europeo;

tutelare la condizione di coloro che, diretti in Europa per chiedervi asilo, sono in fuga da conflitti e persecuzioni, con una particolare attenzione ai minori non accompagnati, e di coloro che sono vittime di smuggling, di tratta e di sfruttamento lavorativo;

denunciare le violenze, spesso sistematiche ed efferate, di cui le persone migranti sono fatte oggetto nei diversi Paesi dell’area balcanica, tanto quanto nell’Unione europea e in Paesi terzi;

contrastare le politiche europee sull’immigrazione e l’asilo, che si basano sull’esternalizzazione dei controlli in Paesi terzi, sul rafforzamento delle frontiere, al fine di ostacolare l’accesso delle persone migranti, e sulla realizzazione, dentro e fuori l’UE, di campi di confinamento;

sostenere un percorso di riforma del sistema europeo di asilo, che miri a rafforzare i diritti dei/delle richiedenti, a realizzare una equa distribuzione delle loro presenze nei diversi paesi UE e a rafforzare i programmi di accoglienza diffusa, tenendo conto dei loro legami significativi con un dato Paese;

promuovere politiche nazionali ed europee che aprano canali di ingresso regolare in Europa per lavoro, studio e formazione;

migliorare le condizioni di vita delle persone migranti che si trovano, per brevi o lunghi periodi, nei diversi Paesi dell’area balcanica o in transito attraverso essi, contribuendo a costruire percorsi di accoglienza ed inclusione sociale mirati all’autonomia e all’autodeterminazione;

costruire una collaborazione più strutturata con tutte le realtà che nei diversi Paesi operano per rafforzare una cultura dell’accoglienza e del rispetto dei diritti fondamentali di straniere e stranieri, sostenendo in modo particolare cittadine e cittadini che operano a livello locale per il cambiamento e che spesso vengono osteggiate/i politicamente e socialmente;

salvaguardare il lavoro di operatrici e operatori, volontarie e volontari, attiviste e attivisti, e di coloro le cui azioni di solidarietà vengono ignobilmente criminalizzate.

Le prime attività della Rete

La rete RiVolti ai Balcani nel primo anno di attività ha operato seguendo diversi filoni di intervento che ne rispecchiano tanto l’eterogeneità quanto la complementarietà.

Sono stati prodotti due dossier di informazione e denuncia di quanto avviene dal 2015 nell’area balcanica. Scritti a più mani e presentati nel mese di giugno 2020 e gennaio 2021 sono focalizzati soprattutto sul tema dei respingimenti dall’Italia, sulla cronologia degli sviluppi della rotta e sulle condizioni di vita e tutela dei diritti in tutti i Paesi coinvolti.

E’ stato organizzato un convegno il 27 e 28 novembre 2020 cui hanno preso parte diversi operatori legali, giornalisti, attivisti, referenti di organizzazioni non governative e attori della politica italiana ed internazionale.

E’ stata lanciata una campagna per la raccolta firme, dopo l’incendio del campo di Lipa avvenuto il 23 dicembre 2020, e inviata a tutti i preposti organismi europei la richiesta di una risoluzione immediata per la tutela delle persone in Bosnia Erzegovina. Contemporaneamente è stata organizzata una raccolta fondi attraverso la quale sono state finanziate migliorie alle strutture del campo, sostenuti coloro che si trovano nelle condizioni più difficili (persone respinte, vittime di violenza, persone che vivono fuori dai campi, etc.) e continuate le attività di monitoraggio della Rete.

Vengono costantemente organizzati webinar, incontri pubblici ed iniziative formative ed informative sia per il confronto continuo tra i membri sia per la sensibilizzazione di quante più persone, condividendo strumenti approfonditi di lettura di ciò che avviene lungo la Rotta Balcanica.

Sono state attivate, in diversi territori italiani, reti di solidarietà locali che attraverso volontarie/i hanno promosso raccolte di materiali da inviare nelle aree dove le necessità appaiono più impellenti, in particolar modo in Bosnia Erzegovina ma anche a Trieste.

Il coordinamento, la comunicazione e la sinergia tra le varie antenne distribuite in tutta la penisola hanno portato e porteranno l’aumento dell’attenzione e una maggiore incisività degli interventi laddove si siano resi e si renderanno necessari.

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